Volevamo impiantare forni molto competitivi, in grado dì produrre un numero assai più elevato di piastrelle per metro quadrato di cottura di quante ne producessero i forni normali.

"Il risultato era necessario per abbattere i costi di produzione e vincere la concorrenza. Ci servivano forni di eccezionale produttività e, soprattutto molto larghi. "A quell'epoca esistevano limiti invalicabili perché c'era il timore che i rulli si flettessero, e le piastrelle invece di avanzare in modo uniforme, si accavallassero con il risultato di non, produrre più nulla "Nessuno fra i più importanti fabbricatori di forni, se la sentiva di costruire e garantire quanto noi chiedevamo, Ci veniva detto che comportava troppi rischi, che esistevano limiti tecnologici al di là dei quali non sì poteva andare. "L'unico che si assunse la responsabilità dì questa garanzia, che si cimentò in quell'impresa e ne uscì vincitore fu proprio l'ingegner Mori.

"Non vi si buttò perché fosse un incosciente Vi si buttò perché era molto competente. Studiò, infatti a fondo il problema, approfondì la sua conoscenza sulla dilatazione dei metalli, sulla loro flessione e su altri importanti aspetti tecnici. Fece le prove su moduli ridotti e, infine, sia pur accollandosi alcuni rischi, se la senti di garantirci la costruzione di un forno della larghezza da noi desiderata e in grado di funzionare. "Gli altri costruttori ci avevano sempre ripetuto: "Se volete, noi vi prepariamo un forno come desiderate ma a vostro rischio e pericolo. Secondo noi sarà un forno che non potrà mai funzionare". "L'ingegner Mori lo costruì. Il forno funzionò e aprì nuove strade nel mondo della ceramica e diede il via ai forni della nuova

generazione molto diffusi ormai e ancora insuperati "Per quanto ne so, sino a oggi non si è andati oltre quelle dimensioni L'esperienza andò così bene che ne facemmo costruire altri tre e li chiamammo i jumbo. della Mori"